giovedì, maggio 15, 2008,15:37
"Cartesio"
J.L.Borges (da "La Cifra")

Sono l'unico uomo sulla terra e forse non c'è terra né uomo.
Forse un dio m'inganna.
Forse un dio mi ha condannato al tempo, quella lunga illusione.
Sogno la luna e sogno i miei occhi che vedono la luna.
Ho sognato la sera e la mattina del primo giorno.
Ho sognato Cartagine e le legioni che desolarono Cartagine.
Ho sognato Virgilio.
Ho sognato la collina del Golgota e le croci di Roma.
Ho sognato la geometria.
Ho sognato il punto, la linea, il piano ed il volume.
Ho sognato il giallo l'azzurro e il rosso.
Ho sognato la mia fragile infanzia.
Ho sognato le mappe e i regni e quella pena nell'alba.
Ho sognato l'inconcepibile dolore.
Ho sognato la mia spada.
Ho sognato Elisabetta di Boemia.
Ho sognato il dubbio e la certezza.
Ho sognato il giorno di ieri.
Forse non ebbi ieri, forse non sono nato.
Forse sogno di aver sognato
Sento un po' di freddo, un po' di paura.
Sul Danubio à ferma la notte.
Continuerò a sognare Cartesio e la fede dei suoi padri.

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sabato, aprile 12, 2008,12:14
Io Non voto.
Non voterò neanche questa volta. E sinceramente mi sto affezionando all'idea di non aver mai prodotto una scheda elettorale valida in vita mia.
Riassumerei tutto così:
"Socialisti e clericali li lascio a voi (PD e PDL ed ideologicamente aberranti partiti minori). E tenetevi pure il PLI che non presenta neanche un programma serio: dovrei affidare a loro fiducia e speranza?".

Riporto alcune considerazioni interessanti tratte da il Bosco dei 100 Acri:

Sono da sempre un appassionato di politica. Fin da quando ero bambino. Come è naturale che sia, nel corso del tempo, sulla base di vari studi, letture, riflessioni e di una maturazione intellettuale personale molte mie opinioni e posizioni sono mutate. L'approdo finale di questo mio percorso è stato il liberalismo.
Quando l'ho incontrato e ho iniziato ad approfondirlo davanti a me si è dischiuso un mondo nuovo.
Molto banalmente, il liberalismo è la dottrina filosofico-politica che mette al centro di tutto l'inidividuo ed i suoi diritti, stabilendo che ogni persona gode di una sfera di libertà che non può essere scalfita da nessuno e che ogni persona ha il diritto di compiere ogni azione desideri a patto che questo non rechi danno ad altri o che non impedisca ad altri della possibilità godere degli stessi diritti di cui ha goduto l'individuo in questione; il liberalismo si fonda sulla libertà di scelta, non ha la pretesa di stabilire che cosa è giusto o che cosa è sbagliato e non vuole omologare il pensiero degli individui. Il liberalismo inoltre avversa ogni forma di coercizione e quindi pone dei paletti assai severi riguardo i limiti che non devono essere oltrepassati dall'attività statale (arrivando, in alcune sue varianti, a mettere in discussione il concetto stesso di "Stato").
In sintesi dunque il liberalismo poggia sul concetto di individuo, proponendosi come il sistema in grado di valore al massimo le capacità e i talenti delle singole persone, e si contrappone a visioni collettivistiche della società.
Al contrario di quanto avvenuto in altre parti del globo, come ad esempio all'interno del mondo anglosassone, in Italia le idee e la cultura liberale hanno avuto una diffusione e un impatto assai scarsi.
Il vecchio Partito Liberale Italiano (Pli), nato nel 1922 e ricostituitosi nel1943, durante l'epoca repubblicana e fino al suo scioglimento, avvenuto il 6 febbraio del 1994 sulla scia di Tangentopoli, pur avendo fatto parte di numerose coalizioni di governo, ha sempre avuto un bacino elettorale assai esiguo.
Sul fronte strettamente culturale le cose non sono mai andate meglio, visto che dal dopoguerra in poi la cultura politica che ha avuto la diffusione più vasta tra gli intellettuali è stata quella di matrice marxista, motivo per il quale il liberalismo per decenni è stato di fatto quasi del tutto ignorato a livello accademico.
Questa situazione è parsa poter cambiare quando nel 1993 l'imprenditore Silvio Berlusconi ha annunciato l'intenzione di fare il suo ingresso in politica, progetto che si è concretizzato il 18 gennaio del 1994 con la fondazione di Forza Italia.
Berlusconi espresse fin dal principio, forte della sua esperienza di imprenditore di successo, l'idea di rendere efficiente la macchina statale, di ridurne il peso, sottolineando la necessità di amministrarla come fosse un'azienda e di introdurre concetti che per il nostro Paese erano decisamente rivoluzionari, quali ad esempio la meritocrazia. Il suo progetto era quello di creare un "partito liberale di massa".
Gran parte del vecchio Pli aderì con entusiasmo al nuovo movimento, esaltato dalla prospettiva di poter avere finalmente un posto di rilievo nella vita politica italiana. Il momento della riscossa era finalmente arrivato? Molti liberali credettero di sì.
Sulla bontà dei concetti liberali nessuno ha mai avuto dubbi, e con un'adeguata organizzazione alle spalle e soprattutto forti di un leader che possedeva grande popolarità, eccellenti doti comunicative e ingenti risorse economiche, oltre a controllare vari media, si pensò che si sarebbe riusciti a diffondere in modo efficace quelle idee presso la maggioranza degli italiani.
Il programma con il quale Forza Italia si presentò alle elezioni del 1994 assieme ai suoi alleati (vincendole), scritto quasi interamente Antonio Martino, era autenticamente liberale e liberista.
Quel governo purtroppo durò solo sei mesi, a causa della Lega Nord che ritirò il suo appoggio.
Seguirono un governo tecnico e un quinquennio nel quale governò il centrosinistra (dal 1996 al 2001).
Il 13 maggio del 2001 il centrodestra rivinse le elezioni con un programma un po' meno liberale rispetto a quello del 1994 ma che comunque generò aspettative altissime tra i liberali, che purtroppo però nei cinque anni seguenti vennero per la maggior parte disattese.
L'azione di quell'esecutivo fu contraddistinta da un'elevata litigiosità interna e, nonostante alcuni buoni provvedimenti, alla fine il bilancio, rispetto alle attese, fu largamente insufficiente. Si registrò una riduzione della pressione fiscale assai bassa (non venne dato seguito al progetto delle due aliquote uniche), non ci fu un imponente processo di privatizzazioni e di liberalizzazioni, la spesa pubblica non diminui nella misura nella quale ci si attendeva e la burocrazia non venne snellita in modo sensibile e apprezzabile. Contemporaneamente si registrò una progressiva marginalizzazione degli esponenti liberali e sui cosiddetti temi eticamente sensibili il governo operò una decisa sbandata illiberale, che culminò con l'approvazione della legge 40.
Nel 2006 il programma elettorale era decisamente meno liberale di quello del 2001 (un esempio su tutti: era sparita la proposta delle due aliquote uniche) e quello del 2008 rappresenta un'ulteriore regressione, da un punto di vista liberale, rispetto a quello del 2006.
Giulio Tremonti, che in caso di vittoria sarà il ministro dell'economia, lancia da mesi attacchi durissimi nei confronti del libero mercato e della globalizzazione, arrivando a sostenere che l'intervento statale nell'economia è giusto e necessario. Nel programma non c'è traccia di vaste privatizzazioni e liberalizzazioni (banche, assicurazioni, servizi locali, professioni) e anzi, vengono canddidati personaggi come il leader della rivolta dei tassisti. Non sono previsti meccanismi di privatizzazione del sistema sanitario. Sono infine presenti numerose misure interventiste e assistenzialiste.
Per quanto riguarda le questioni eticamente sensibili nemmeno l'ombra di provvedimenti quali la depenalizzazione delle droghe leggere, dell'abrogaziozione della legge Merlin o della legge 40, dell'introduzione del divorzio breve, del testamento biologico, dell'eutanasia, o dell'istituzione di meccanismi privatistici attraverso i quali due persone conviventi, a prescindere dal loro sesso, possano regolare di comune accordo una serie di aspetti.
Manca la previsione di riforme strutturali quali ad esempio, nell'ambito dell'istruzione, l'abolizione del valore legale del titolo di studio.
Se atutto questo aggiungiamo il fatto che ormai da qualche anno nessuno dei leader del centrodestra, Berlusconi in primis, cita tra i "padri nobili" esponenti liberali (Mises, Hayek, Friedman) ma solo esponenti della cultura popolare, l'inarrestabile clericizzazione in atto, testimoniata da dichiarazioni tipo quelle rilasciate da Gasparri (“Il Pdl accoglie l’appello di Bagnasco e si impegna a difendere e sostenere i valori cristiani, in difesa della vita e a tutela della famiglia. Nel preambolo al nostro programma di governo abbiamo inserito indicazioni chiare di valori e temi etico-sociali che impegnano da un punto di vista morale tutti i candidati del Pdl. Una sottoscrizione chiara che va al di là del programma e che sarà la stella polare per tutto il Popolo delle libertà”) e l'esclusione di numerosi esponenti liberali dalle liste (Daniele Capezzone, Alfredo Biondi, Dario Rivolta, Egidio Sterpa, Antonio Del Pennino e Lino Jannuzzi), a fronte della presenza di fascisti, statalisti e clericali di ogni sorta, il quadro è fosco.

La quasi totalità dei liberali, giustamente, è delusa, insoddisfatta e frustrata. Che fare dunque?
Ci sono tre possibilità:

1) astenersi;

2) votare Pdl "turandosi il naso";

3) esprimere un voto di protesta, optando per la scheda bianca o nulla o dando la propria preferenza ad un partito minore;


Personalmente ritengo che solo la terza opzione sia costruttiva.

In ogni tornata elettorale c'è sempre una quota di astensione "fisiologica".
Se non mi reco alle urne il mio non voto verrà confuso con l'astensionismo di chi non va a votare perchè non si informa e e si disinteressa della politica come di qualunque altro argomento serio.
Ma anche se vado a votare turandomi il naso non lancio alcun segnale.
La politica è un mercato.
Se io fossi un politico perchè dovrei interessarmi delle opinioni degli astensionisti "fisiologici"?
Tanto è gente che non va a votare a prescindere, non mi è di alcuna utilità.
E viceversa...
Perchè dovrei interessarmi delle preferenze di chi mi vota turandosi il naso?
L'importante è che mi votino, sai quanto me ne importa se sono scontenti o lo fanno con il magone.
Tanto negli anni precedenti ho talmente polarizzato la competizione (come i miei rivali con l'antiberlusconismo) che i miei elettori con i quali ho instaurato un vincolo di fedeltà mi voteranno comunque, anche se delusi, qualunque cosa faccia o dica, non ho bisogno di ascoltarli.

Se io invece dò un voto di protesta, facendo capire di essere un elettore dell'area di centrodestra che però non è disposto a votare il Pdl a prescindere, in un contesto dove ultimamente le elezioni si decidono per un pugno di voti, probabilmente la prossima volta qualche esponente del Pdl si preoccuperà di capire quali sono le mie opinioni, le mie richieste e le mie preferenze.Non lo farà per motivi alti e nobili, ma per puro interesse personale. Questa volta non ho votato per lui, ma il fatto che io mi sia preso la briga di andare al seggio e votare e che tendenzialmente appartenga alla sua area politica significa che potenzialmente sono una persona che la prossima volta potrebbe esprimere una preferenza per lui.
La politica è fatta di accordi e di equilibri. Il programma del Pdl non è un accordo a metà strada fra le ragioni dei conservatori e dei liberali, ma è tutto orientato verso le istanze dei primi. Se da liberali facciamo gli snobbisti disertando le urne o gli yesmen del voto, che dicono "sì" qualunque idiozia venga loro proposta, non facciamo il bene del liberalismo, perchè il nostro potere contrattuale (per le ragioni che ho spiegato) è zero. Se invece il Pdl dovesse pareggiare o quasi le elezioni perchè si vede chiaramente che c'è stata una perdita di voti sul versante liberale (potrebbero bastarne poche decine di migliaia, come l'altra volta) probabilmente la prossima volta verremo ascoltati.
E "ascoltarci" non vuol dire adottare “Il manifesto libertario” di Rothbard, e nemmeno stilare un programma tipo quello del partito liberale olandese.
So perfettamente che l'Italia non è l'Olanda, il Belgio o il Canada, dove esistono forti partiti liberali in grado di concorrere per la vittoria alle elezioni.
No,"ascoltarci" vuol dire darci delle liste dove c'è qualche liberale e dove il programma sia un compromesso equilibrato tra conservatori e liberali, tipo quello dei Conservatori inglesi, dei gollisti dell'Ump o del Partito Popolare spagnolo.
E non credo che mi si possa definire utopico, o liberale da salotto, o accusare di chiedere la luna, perchè ho citato esempi concreti che fanno riferimento a partiti conservatori che in Europa fanno parte del PPE, e non dell'ELDR.
E’ francamente paradossale che un sedicente partito liberale di massa sia enormemente più clericale di un partito che fa esplicitamente riferimento alla cultura politica popolare e che opera anch’esso in presenza di una Chiesa Cattolica forte e con un’alta capacità di mobilitazione.


Alcuni dicono che i liberali dovrebbero cercare di condurre la loro battaglia all'interno del Pdl. Questo sarebbe sacrosanto se fossimo in presenza del sistema americano. Se ci fosse una legge elettorale che prevede la presenza dei collegi uninominali nei quali ogni partito tiene delle primarie allora gli elettori liberali potrebbero sostenere dappertutto i loro candidati in contrapposizione a quelli espressi dalle altre anime del partito. Il sistema elettorale invece è proporzionale, le liste sono bloccate (cioè senza la possibilità di indicare la preferenza), sono interamente decise dai vertici e non c'è la possibilità di concorrere per la leadership. In queste condizioni come si può realisticamente pensare di condurre una battaglia "dall'interno"?

Alle elezioni che si svolgeranno domenica e lunedì si presenterà ance il ricostituito Partito Liberale Italiano (Pli).
Riguardo al voto dato ai piccoli partiti e alla sua razionalita il noto politologo Gianfranco Pasquino ha scritto:
"(...)E' stato quindi notato che, nel caso del voto, come di altri comportamenti di partecipazione, la motivazione detta strumentale, vale a dire del perseguimento di un obiettivopreciso, specifico -l'elezione di un determinato candidato, la vittoria del proprio partito-, sia talvolta subordinata alla motivazione definibile come espressiva, vale a dire la riaffermazione dell'appartenenza dell'elettore a una classe sociale, a un gruppo etnico, a una chiesa, a una comunità culturale, a un'associazione professionale. Nel caso di un voto espressivo, l'attività di partecipazione fonde in un insieme significativo le motivazioni del prendere parte con quella dell'essere parte. Diventa perfettamente razionale per gli elettori affermare con il voto la loro appartenenza e la loro adesione, a prescindere dalle possibilità effettive di influenzare l'esito del voto."
(Gianfranco Pasquino, "Corso di Scienza Politica", Il Mulino)


Come ho spiegato e argomentato non ritengo che il Pli vada votato in nome di una motivazione espressiva, e quindi sostanzialmente fine a sè stessa, ma per un obiettivo ben concreto, ovvero quello di lanciare un segnale.
Il Pli è ritornato per la prima volta sulla scheda elettorale in occasione delle regionali del 2005. L'anno successivo, in occasione delle elezioni politiche, si è presentato all'interno della Casa selle Libertà. Il suo Segretario, Stefano De Luca, nel 1994 è stato eletto europarlamentare all'interno delle liste di Forza Italia.
E' chiaro dunque che ogni singolo voto che otterrà il Pli sarà stato espresso da un elettore appartenente all'area di centrodestra, e nella quasi totalità dei casi si tratterà di un elettore deluso di Forza Italia.
Direi che con il voto al Pli il segnale che si lancia è inequivocabile.
Non è un voto utile nel senso che contribuirà eleggere un candidato che in Parlamento si farà portatore di determinate istanze. E' un voto utile perchè è l'espressione del malessere e del disagio di molti elettori liberali e costituirà un messaggio indirizzato agli esponenti del Popolo della Libertà, messaggio che se recepito contribuirà alla creazione di un centrodestra migliore.


Un centrodestra più liberale.

Questa sì che per il Paese sarebbe una cosa non utile, ma utilissima.

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,11:11
Fake Palindromes (Traduzione)
La mia sposa-disney dagli occhi di rugiada, cosa hai provato
scambiando il tuo sangue con formaldeide?
mostri?

whiskey-plied voices cried fratricide!
voci modificate sonoramente con strati di whiskey hanno gridato fratricidi!
gesù non sai che tu avresti potuto morire
(tu saresti dovuto morire)
con i mostri che parlano, i mostri che camminano sulla terra

e lei ha rossetto rosso e scarpe dal colore molto acceso
ed ha calzini fino al ginocchio, per coprire un livido
lei ha una vecchia attrezzatura per la morte che vorrebbe utilizzare
ha sangue nei suoi occhi, nei suoi occhi che ha per te
lei ha sangue negl'occhi per te

certi mode, strisce e coperte, pubblicità per singles
ti fanno sentire caldo e freddo come reostato, voglio dire un termostato
dunque tu mordi un asciugamano
spero che non gli farai troppo male

la mia sposa-disney dagli occhi di rugiada, cosa hai provato
scambiando il tuo sangue con formaldeide?
con i mostri che parlano, i mostri che camminano sulla terra
e dice: mi piacciono le lunghe camminate e film fantascientifici
se tu sei alto 2 metri e sei un tipo est-coast
qualche notte solitaria potremmo incontrarci
e io legherò i tuoi polsi con pelle
e con un trapano farò un piccolo buco nella tua testa

(Fake Palindromes, Andrew Bird, Andrew Bird and the Mysterious Production Of Eggs. Traduzione di Larissa Setaro)

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giovedì, marzo 27, 2008,17:34
A Perfect Sonnet (traduzione).
Ultimamente ho sperato mi venisse un desiderio
qualcosa che non potrebbe mai farmi volere qualcos'altro
qualcosa che potrebbe far si che nulla mi importassse
e tutto sarebbe chiaro.

Ma immagino avrò riposo per un breve istante
guardando tutto dissolversi un secondo
tentando di comporre sonetto perfetto su di un foglio
o almeno uno stupido verso.

Perchè questo è tutto ciò che avrai
quindi dovrai accettarlo
tu sei qui
poi te ne vai

ma io credo che gli amanti dovrebbero essere legati assieme
gettati nel mare in tempesta
lasciati lì ad annegare
lasciati lì ad annegare
nella loro innocenza

ma per quanto riguarda me sto giungendo all'ultimo capitolo
ho letto tutte le pagine e ancora non trovo una risposta
solo tutto ciò che c'era prima so arriverà presto
può andare solo così.

dunque sto in piedi davanti al sole
ed ho respirato con i miei polmoni
cercando di risparmiarmi il peso della libertà

dicendo che tutto quello che hai visto era solo uno riflesso
hai passato tutta la tua vita sudando in una febbre senza fine
ed ora giaci in una vasca piena d'acqua ghiacciata
desiderando di poter essere stata uno spettro

ma una volta tu conoscevi una ragazza e l'hai nominata come tua amante
ed hai ballato con lei in cucine durante le estati più verdi
ma l'autunno arrivò, lei sparì, e tu non puoi ricordare
dove disse che sarebbe andata

ma sai che lei è andata
perchè ti ha lasciato una canzone
che tu non vuoi cantare

cantando credo che gli amanti dovrebbero essere incatenati insieme
e buttato in un fuoco con le loro canzoni e lettere
e lasciati lì a bruciare
e lasciati lì a bruciare
nella loro arroganza

ma quanto a me io sto arrivando al mio ultimo fallimento
mi sono ucciso con cambiamenti cercando di rendere le cose migliori
ho finito per diventare qualcosa di diverso
da quello che volevo essere
va bene

adesso credo che gli amanti dovreebbero essere coperti di fiori
e lasciati intrecciati insieme in un letto di trifogli
e lasciati li a dormire
lasciati li a sognare
della loro felicità.

(A Perfect Sonnet, Bright Eyes, Every Day and Every Night Ep. Traduzione di Larissa Setaro)

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domenica, marzo 16, 2008,15:59
Trap is amused #1- 17 marzo 2008
Meltin Pot incontra un’attrice dalle mille sfumature: Carolina Crescentini

"Quando pulivamo le vasche ogni tanto arrivava un delfino e ci portava col muso dei pezzi di plastica, che aveva trovato in giro e quindi mano a mano ci aiutavano a pulire ed era molto divertente. Oppure quando abbiamo fatto le riprese notturne subacquee, c’era stato un iniziale ammutinamento dei delfini, che non volevano uscire, perché la mattina avevamo lavorato in conferenza stampa. Il pomeriggio avevamo girato e loro la notte erano giustamente stanchi. Quindi si sono giustamente ammutinati e in quell’occasione c’è stato anche un tentativo di attacco alla gamba di Vaporidis. A quel punto siamo usciti di corsa. Però quando erano in buona predisposizione e lo erano principalmente, ti davano emozioni molto forti ed era veramente stupendo, bellissimo.”
da un articolo di Malik Tariq Bashir, in linea domani su www.meltinpotonweb.com
(il mondo talvolta è veramente luminoso. La stampa italiana è florida e viva)

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martedì, marzo 11, 2008,20:46
Storie di via vissuta.
Non riuscivo a comprendere il consenso e l’approvazione che “questi” ottenevano, pensavo ci fosse qualcosa di sbagliato in me. Più o meno come quando, anni fa, guardavo gli altri bambini seguire Striscia la Notizia o cantare le canzoni delle Spice Girls. Non capivo mai perché migliaia di persone andassero gaudiose dietro a cose che io trovavo orribili. Ero preoccupato. Pensavo che avessi qualcosa che non andava. “Oddio, perché a me questo non dice niente? Cosa ho?” — mi ripetevo ossessionatamene — “Ho un difetto irreversibile dalla nascita! Sono malato!” Questi, e molti altri dubbi, li ho risolti crescendo, quando la vita mi ha preso per mano ed ho realizzato che la maggior parte delle persone all’infuori di me sono idiote. (fonte)

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venerdì, febbraio 29, 2008,15:57
Vergognoso silenzio dell'Onu su uccisioni di civili in Darfur
(New York, 27 febbraio 2008) "Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite dovrebbe intraprendere un'azione decisiva nei confronti del Sudan per i recenti attentati. Il Consiglio di Sicurezza dovrebbe denunciare con forza il governo sudanese sul recente bombardamento di civili e villaggi del Darfur occidentale ed imporre sanzioni mirate ai responsabili" lo ha scritto in una lettera Human Rights Watch.

L''Human Rights Watch ha avvertito che l'inazione del Consiglio ha dato al Sudan una luce verde per continuare ad attaccare obiettivi civili, violando il diritto internazionale e le risoluzioni dello stesso Consiglio.

"Gli attentati recenti del governo sudanese ci riportano ai giorni più bui del conflitto", ha detto Georgette Gagnon, direttore di Africa, Human Rights Watch,. "Il Consiglio di Sicurezza non dovrebbe fare alcuna pausa come se si trattasse di una questione di consueta ordinarietà".

Dal 8 febbraio 2008, le truppe del governo sudanese e le milizie "Janjaweed" appoggiato da elicotteri gunships e bombardieri Antonov hanno effettuato una serie di attacchi uccidendo centinaia di civili. Decine di migliaia di persone sono state sfollate dai bombardamenti continui, che stanno anche impedendo all'assistenza umanitaria di raggiungere alcune delle zone più colpite per la prevenzione salva-vita.
Gli attacchi sono solo l'ultima manifestazione della negligenza e disprezzo del Sudan per le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza e ai suoi obblighi ai sensi del diritto internazionale, nessuna delle quali ha provocato una forte reazione da parte del Consiglio di Sicurezza. Questi includono per il Sudan, la ripetuta violazione di embargo sulle armi delle Nazioni Unite, la mancata attuazione di sanzioni delle Nazioni Unite, e l'ostruzione del mantenimento della pace "Questi orribili attacchi sui civili mostra la consapevolezza del Khartoum che non ci saranno conseguenze reali per le sue azioni", ha detto Gagnon. "E 'il momento per il Consiglio di Sicurezza a dimostrare che hanno torto."
Human Rights Watch ha invitato il Consiglio di Sicurezza a rilasciare una dichiarazione della presidenza di condanna del Sudan alle violazioni del diritto internazionale umanitario in West Darfur, la nomina del capo Musa Hilal di Janjaweed a 'consigliere presidenziale,' e il suo rifiuto di collaborare con la Corte criminale internazionale . Il Consiglio dovrebbe anche inviare un gruppo di esperti delle Nazioni Unite per indagare immediatamente gli attacchi in West Darfur, e dovrebbe imporre sanzioni mirate sui responsabili.

(Trad. Giulia Fresca da http://hrw.org/ e da http://english.aljazeera.net/ )

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venerdì, febbraio 22, 2008,21:28
..
Quell'aria di vecchio nonno che racconta favole che sta sfoggiando Giuliano Ferrara tra sorrisetti e favellare didattico è decisamente disgustoso.

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domenica, febbraio 10, 2008,00:05
Alfredo.

Un pezzetto bello tondo di cielo d’estate sta sopra di me. Non ci credo. Lo vedo
restringersi. Conto le stelle. Ora. Sento tutte queste voci. Tutta questa gente ha già capito che ho sbagliato. Sono scivolato. Son caduto dentro il buco. Bravi, son venuti subito. Son stato stupido. Ma sono qua gli aiuti. Quelli dei pompieri. I carabinieri. Intanto Dio guardava il Figlio Suo. E in onda lo mandò. A Woytila e alla P2. A tutti lo indicò. A Cossiga e alla Dc. A BR e Platini. A Repubblica e alla Rai. La morte ricordò. Scivolo nel fango gelido. Il cielo è un punto. Non lo vedo più. L’Uomo Ragno mi ha tirato un polso. Si è spezzato l’osso. Ora. Dormo oppure sto sognando, perché parlo ma la voce non è mia. Dico Ave Maria. Che bimbo stupido. Piena di grazia. Mamma. Padre Nostro. Con la terra in bocca. Non respiro. La tua volontà sia fatta. Non ricordo bene. Ho paura. Sei nei cieli. E Lui guardava il Figlio Suo. In diretta lo mandò. A Woytila e alla P2. A tutti lo mostrò. A Forlani e alla Dc. A Pertini e Platini. A chi mai dentro di sé il Vuoto misurò.
Baustelle.

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Colibrì.

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venerdì, febbraio 08, 2008,15:39
Un'amosessuale nel partito democratico

Foto di Carlo Traina, flickr.com/photos/karltra

Cosa c’è secondo te che non va negli italiani? Voglio dire, in quale punto della storia hanno perso di vista la bellezza della libertà? Gli omosessuali non possono sposarsi, in nome di un preteso diritto naturale. Lo stesso che, procedendo con logica il ragionamento, dovrebbe proibire il matrimonio alle coppie sterili… dove e come nasce, secondo te, il problema?

Calma, calma. Non me la prenderei con gli italiani. Noi con gli italiani ci viviamo tutti i giorni, al lavoro, in palestra, nei condomini. Gli italiani sono i nostri amici, i nostri genitori, i nostri colleghi. E noi stessi siamo italiani, con gli stessi difetti. Il fatto saliente è che la politica italiana non sa interpretare la realtà del Paese, sulla questione del matrimonio omosessuale, come su tante altre, anch’esse di pari importanza. Pensa alla questione energetica, al disfacimento della scuola pubblica oppure al ricambio generazionale soprattutto all’università. Siamo un Paese immobile e conservatore, dove la conservazione fa rima con il terrore di cambiare le cose. Si chiama resistenza al cambiamento. Noi ne abbiamo più di qualsiasi altro popolo europeo.

E queste metastasi della libertà sono ovunque. Non solo in una destra che non ha mai fatto proprie le istanze libertarie. Ma anche in quella parte della sinistra che dovrebbe essere più fresca e moderna: il PD.
Tu ne fai parte ed hai esaurientemente motivato i perché della tua permanenza in un partito che, dal punto di vista del movimento GLBT, si sta comportando in maniera semplicemente vergognosa. La politica “ma-anchista” di Veltroni, in questo, sembra dare segnali scoraggianti. Vuoi spiegarci qual è la posizione del PD?

E’ esattamente quella che Veltroni ha definito nel suo discorso di candidatura al Lingotto: riconoscimento dei diritti delle persone dello stesso sesso che formano una coppia e una legge che combatta omofobia e transfobia. Qualsiasi altra posizione è singolare. Persino la mia che sono per il matrimonio. Sappi anche ogni volta che mi alzo a parlare di questioni GLBT, la platea del PD non gracchia né rumoreggia. Applaude. Non posso non tenerne conto, significa che c’è un DNA positivo, favorevole. Dobbiamo trasformare questo DNA in fatti, in politica, in azione di governo. Sono dentro per questo.

Il movimento è contro di te, a causa della tua scelta di rimanere nel partito democratico. “Con me hai chiuso”. “Se mi incontri per strada, evita di parlarmi”. Questo ti scrivono. Correggimi se sbaglio ad interpretare la tua posizione: tu vuoi stare dentro ora, quando il PD è materia fresca da plasmare, durante il quale c’è ancora la possibilità e la speranza di creare il primo vero grande partito moderno italiano, almeno sui temi etici. Ma non ci penseresti su due volte ad andartene qualora verificassi che a Veltroni, dei diritti omosessuali, proprio non gliene frega un tubo…

Il movimento non sono i lettori del mio blog. Loro ne fanno parte come molti altri. Al contrario di molti omosessuali che fanno politica che ci tengono a distinguere la loro azione dal movimento, io mi sento parte del movimento. Vedi, in realtà il movimento GLBT è una realtà liquida, dove trovano spazio gli omosessuali cattolici e le lesbiche separatiste. Gli uni che vorrebbero sposarsi in chiesa e le altre che rifiutano la replica di una famiglia borghese e fondata sul potere maschile. Parlare di movimento, oggi, purtroppo, al di fuori del Gay Pride è un azzardo. In questo siamo indietro, ma so che Aurelio Mancuso, presidente di Arcigay, sta lavorando alacremente per sanare questo gap. Dobbiamo definirci come forza, anche trasversale. L’importante non è dove si milita, ma cosa si dice. E’ vero che fino ad ora i gay dei DS ed Arcigay hanno seguito una politica moderata, chiedendo poco. Ora la maggior parte del movimento chiede il matrimonio e chiede che venga riconosciuto il diritto alla genitorialità omosessuale. Io sono su queste posizioni da anni. Mi sento quindi di fare parte del movimento. Ho scelto di militare nel partito più grande del centro sinistra affinché queste posizioni trovino lì cittadinanza.

Della chiesa è inutile parlare. Il papa fa il suo mestiere. Sbagliano tutti quei politici chi gli danno retta per convenienza, concordi?

E’ così. Ognuno è libero di seguire la propria coscienza, cosa che uno farebbe anche se non ci fosse una religione a distribuire dettami. Sbagliano coloro che lo fanno per altri interessi, per tornaconto elettorale, quelli che lo fanno in mala fede, quelli che predicano bene e razzolano male. Quelli che, come dici, lo fanno per convenienza personale.


Semplifichiamo per chi ancora non l’avesse capito: cosa vuole il movimento GLBT?

Da giugno 2007 il matrimonio. Ti ripeto, c’è una grande questione ideologica dietro che parte dagli anni 70, gli anni della liberazione sessuale, ai quali il movimento sembrava inchiodato. Il matrimonio sembrava una richiesta borghese. Invece è una questione di visibilità sociale, di riconoscimento, non solo della singola persona omosessuale con l’esercizio di una sorta di pietà laica. Ma il riconoscimento della relazione affettiva reciproca. L’omosessualità non solo come conquista di libertà sessuale, ma anche come conquista di affettività relazionale, un riconoscimento completo.


Foto di Carlo Traina, flickr.com/photos/karltra

Perché il registro delle Unioni istituito dai comuni è uno strumento debole? Da quale punto di vista?

Non penso che sia uno strumento debole e l’ho scritto anche a Veltroni. E’ debole dal punto di vista giuridico, certo. Soprattutto in un comune che ha già la famiglia anagrafica, come Roma. E’ uno strumento fortissimo per dare forza alla vera questione dell’omosessualità: la visibilità sociale delle famiglie omosessuali. E’ così semplice. Riconoscere queste famiglie, significa toglierle dal silenzio, non relegarle più nella vergogna. Imbarazzo e vergogna sulla questione omosessuale fanno rima con i molti suicidi che in questi mesi hanno ancora una volta funestato fragili vite di adolescenti, privi di strumenti di decodifica esistenziale, che magari sentono una trasmissione in TV in cui parla la Binetti, gli dice che sono malati e loro non reggono, perché non sanno. Perché nessuno di altrettanto mediatico della Binetti può controbattere per tranquillizzarli.

Dunque, a fine intervista, puoi aprirti: ti piacciono ancora le donne? Insomma, a noi puoi confidarlo, sei ancora malata? Non dirmelo…
Beh, sì, sono ancora malata. Ma voglio dirti una cosa rivoluzionaria. I
gay non esistono. E nemmeno gli etero. Esistono solo esseri umani, uomini e
donne, che possono innamorarsi. Qualcuno dice che, in fondo, siamo tutti degli
amo-sessuali.

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sabato, febbraio 02, 2008,13:32
Reprimenda. Per non dimenticare.
Internazionale-Juventus, minuto 28 e 30 secondi. Varriale: "reprimenda".

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venerdì, gennaio 25, 2008,14:35
Buone notizie.
Il babbeo nazionale ha fatto un'altra figuraccia, a quanto sembra. La poesia che ha impropriamente recitato in senato non era di Neruda. Ma forse lui già lo sapeva.

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martedì, gennaio 15, 2008,11:54
Lo stupro come arma: il Darfur è anche questo.
"I could hear the women crying for help, but there was no one to help them.”

Dal 2003, inizio del conflitto in Darfur, migliaia di donne e bambine sopra gli otto anni sono state stuprate e ridotte a schiave sessuali dai miliziani janjaweed. Gli attacchi avvengono spesso mentre le donne si allontanano dai campi profughi, per le normali attività di ogni giorno, e gli stupratori sono quasi sempre in gruppo. Di ritorno al campo, le donne vengono rinnegate dalle loro stesse famiglie.
Lo scopo dei janjaweed, con la complicità delle forze regolari sudanesi, è infatti umiliare, punire, controllare, e terrorizzare la comunità da cui provengono. Lo stupro diventa così un'arma e porta, oltre al trauma in sè, le mutilazioni genitali, le ferite, l'alto rischio di contrarre e diffondere l'AIDS e altre malattie sessuali.
Refugees International ha ora rilasciato "Laws Without Justice", un dossier sull'accesso ai servizi legali delle vittime di stupro in Sudan: ne emerge un quadro dalle tinte fosche, in cui le donne sono vittime due volte.
Un chiaro esempio è il rischio, per la donna che denuncia le violenze ma che non riesca a provarle, di essere accusata di "zina", adulterio: la pena è morte per lapidazione per le donne sposate o centinaia di frustate per chi non lo sia.
Anche il ricorso alle cure mediche fornite dalla ONG presenti in Darfur risulta difficile e rischioso. Le ONG sottostanno alle rigide regole del Governo per continuare a operare nel terriorio, nonostante intimidazioni e attacchi, e perdono così molta della fiducia delle vittime, costrette spesso a compilare un modulo di denuncia che le espone ai rischi della giustizia sudanese.
Queste sono solo due delle conclusioni a cui sono giunte le analisi della Refugees International. Il resto lo trovate qui.

Link:
"Darfur Advocacy Agenda": come fermare la violenza sessuale in Darfur

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sabato, gennaio 12, 2008,15:34
Paola Binetti: la nostra comica migliore
La battuta del nostro caro Silvio su Shulz-Kapo mi lasciò addosso tanta tristezza. Mi lasciano sempre addosso tanta tristezza le battute mal riuscite.
Il copione in sé non era male. Anzi, l’autore aveva fatto un lavoro discreto, compreso quel sorrisetto compiaciuto sul finire della scena. Ma la recitazione fu pessima. Un comico è puro ritmo, e in quell’occasione il cavaliere sbagliò tutto.
Invece Paola Binetti non mi tradisce mai. Il suo è un talento purissimo, difficile da inquadrare negli schemi stantii della comicità italiana. Ma, a chiunque vogliate paragonarla, pochi giorni prima di natale ne ha fatta una che è venuto giù tutto il teatro.
Ve la racconto. Un giornalista di Liberazione si è finto gay ed è andato a farsi curare in un gruppo di cattolici estremisti legato al Vaticano. In sé non è una gran notizia: in America questi gruppi spopolano da un po’, e tante lune fa ne parlò Daria Bignardi con un servizio ben fatto e divertente nel quale si mostrava come i preti riuscissero senza problemi a bloccare gli istinti “pederastici” grazie ad un po’ di ginnastica in piscina e qualche fellatio ben praticata.
Ma quello di Davide Varì non voleva essere tanto uno scoop quanto una sponda comica. Che la nostra incredibilmente comica Binetti non s’è lasciata sfuggire.

«Cantelmi (presidente degli psicologi e psichiatri cattolici n.d.a.) svolge un lavoro eccellente - afferma -. Fino agli Anni Ottanta nei principali testi scientifici mondiali l’omosessualità era classificata come patologia, poi la lobby degli omosessuali è riuscita a farla cancellare. Ma le evidenze cliniche dimostrano il contrario»

Parlavo prima di quanto siano importanti i ritmi in una battuta. Per far ridere devi rispettare certi tempi. Devi stupire. Devi dissacrare. Insomma: serve quel genere di cose che se vai in onda su la7 verso l’una di notte poi ti cancellano la trasmissione. Servono storie di cacche, pipì e frustini. Ma se ti giochi l’asso dei froci-piglia-in-culo allora la platea esplode senza soluzione di continuità.
I tempi erano perfetti: infatti c’era ancora qualcuno capace di credere che il Pd sarebbe stato un partito moderno, giovane, laico! Ahah! E che ti fa la dissacrante Binetti? Dissacra. Ti dimostra il contrario. Ti dimostra che ciò che credi non è così certo, ti toglie la sedia da sotto le chiappe e ti fa fare un bel ruzzolone giù per le scale delle tue convinzioni. Poi ti guardi intorno. Vedi che gli altri ridono e ti metti a ridere un po’ imbarazzato.
Oh, che ve devo da dì: a me la Binetti fa troppo ridere.
Invece Veltroni fa sempre più piangere.
p.s. Danie’, ma come resisti all’idea di un Italia governata da gente moderna non più di Lancillotto? Risposta.
p.p.s. secondo me Don Giacomo, mentre si faceva raccontare le libidini attive/passive del giornalista finto gay… mah, secondo me si crogiolava con la sua erezione.

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